Sono sicura che se qualcuno ti dicesse ora che sei bella così come sei, avresti qualcosa da dire sul tuo aspetto fisico: troppo bassa, troppo alta, magra o grassa, il seno è piccolo o troppo grande, i capelli sono lisci e li vorresti lisci e il colore non è mai della tonalità giusta. Chissà quante frecciatine tiri al tuo corpo accusandolo di non essere abbastanza. So di cosa si tratta e sai perché? Ero accanto a te sull'altalena dei "vorrei essere diversa", fino al giorno in cui mi sono concessa il bene di essere me stessa. Cosa ho fatto? Mi sono guardata con attenzione concentrandomi su ciò che di bello vedevo, e ho visto, finalmente, dopo tanto tempo.
«Le mie mani sono belle, potenti, afferrano, creano cose meravigliose, accarezzano e virtualmente le vedo catturare concetti nell’astratto. La mia voce sa come abbracciare e determinare essendo le mie labbra sempre vicine a Dio, il mio corpo è perfetto per contenere e misura il giusto per restare “coi piedi per terra”.» Stupendo questo passaggio di Donne che corrono coi lupi e che parole nobili per descrivere un corpo femminile. Una bella teoria la cui messa in pratica richiede un po' di attenzione. Vediamo cosa possiamo fare oggi insieme.
Cominciamo col dire che viviamo in un mondo di diversità piena di bellezza dove ogni tipologia di donna ha la possibilità di esprimersi. Non dobbiamo indossare l’uniforme: possiamo essere ciò che siamo migliorando sempre più, assomigliando a noi stesse, raggiungendo i nostri naturali e selvaggi risultati. Possiamo essere tutto quello che vogliamo ma siamo smemorate e spesso lo dimentichiamo.
Se mi segui da un po' sai che mi piace raccontare storie vere di donne e uomini che ho incontrato, nella vita o durante i corsi. Quella di stamattina è la storia di una regina che non sapeva di esserlo.
Lo aveva dichiarato davanti a testimoni che il suo più grande ostacolo era spogliarsi in spiaggia. Siamo in spiaggia adesso, quale momento migliore per una bella trasformazione? È sdraiata sul lettino in riva a un mare splendido, cristallino e indossa il prendisole. Le chiedo di toglierlo e venire a fare il bagno o una passeggiata sulla spiaggia e mi risponde che «Lo posso togliere e restare seduta, ma non mi alzerò per andare a fare il bagno. Figurati per passeggiare sulla spiaggia! E poi l’acqua salata mi fa allergia…» Sa bene che sono solo «storie vecchie» e il suo cuore batte forte: è arrivato il momento di fare un passo verso sé stessa.
I suoi occhi lacrimano e non è il vento a farli lacrimare. In lei vedo me stessa e tutte le volte che ho faticato a mostrare il mio corpo. Eppure dicevano che ero bella, ma allora credevo che volessero solo “approfittare” di me, come se fosse possibile senza il mio consenso. Ma l’ho dovuto imparare!
Restando ferma in quel ricordo, le chiedo di accompagnarmi in una passeggiata lungo la spiaggia. Non avremmo fatto nulla che lei non scegliesse di fare: era una promessa. Mi racconta di quanto sia difficile mostrare le sue forme. Posso sentire la sua colpa di essere così com’è come fosse mia, e la paura di mettere a nudo la sua anima e che la tiene prigioniera dalla vita in giù, una «cintura di castità» che protegge la parte più importante di una donna: il suo femminile. Le emozioni sono forti ed io non so che fare: mi affido a quella natura selvaggia, alle onde del mare che accarezzano le nostre caviglie, a Dio.
Ci fermiamo un attimo e le chiedo di togliere il copricostume. La guardo mentre si spoglia e piange lacrime miste tra paura e liberazione. Le domando cosa può fare per sentirsi meglio e lei prende il copricostume e lo avvolge intorno alla testa, come fosse una corona. Come una Regina, alza il mento quel tanto che basta per raddrizzare il corpo e lentamente torniamo alla nostra postazione.
Ora sono io dalla parte del mare e lei, con la corona dritta in testa fatta col leggero vestito che indossava, cammina fiera mostrando il suo corpo. Mi commuovo, l’abbraccio e sento fortee che il suo e il mio cuore si toccano per un attimo. Non è più importante capire chi o cosa l'ha fatta disinnamorare del suo corpo. Il processo di innamoramento è iniziato.
Una delle mie autrici preferite Clarissa Pinkola Estés scrive che «sostenere un unico tipo di bellezza è come essere inosservanti della natura. Non può esistere un unico tipo di uccello canterino, di pino o di lupo. Né di bambino, di uomo o di donna. Non può esistere un unico tipo di seno, di circonferenza, di pelle. |…| Per lo più, le donne sono alte o basse, grasse o magre, semplicemente perché hanno ereditato le caratteristiche fisiche degli avi, vicini o lontani.
Giudicare o malignare sulla fisicità ereditata da una donna produce generazioni di donne ansiose e nevrotiche. Se insegnamo alle donne a odiare il proprio corpo, come potrà amare quello di sua madre, così tanto simile? O quello della nonna o delle sorelle? Come potrà amare il corpo di altre donne (e uomini) a lei vicini che hanno ereditato le forme e le conformazioni dai loro antenati?
«Attaccare così una donna distrugge il giusto orgoglio che prova per l’affiliazione alla sua gente e la deruba del ritmo naturale, dalle misure e dalla forma che questo ha. Fondamentalmente, l’attacco sferrato contro il corpo di una donna va lontano, colpisce quelli che sono nati prima e che nasceranno dopo di lei» (Donne che corrono coi lupi)
Molte di noi hanno fame di essere adeguate o adatte: questa è la fame che divora la bellezza. Possiamo essere affamate sì, ma di rispetto e accettazione.
Dentro ciascuna di noi c’è una donna che con ostinazione vuole uscire per essere vista e si sta sbracciando per farla finita con le «proiezioni irrispettose degli altri sul suo corpo, il suo volto, la sua età» Quando tutto si acquieta e la disperata ricerca di perfezione lascia il posto all’accettazione, come per magia il corpo si trasforma. Lo specchio – nemico di sempre – riflette ora una nuova illusione, più luminosa e sorridente. Ecco che ci siamo accorte. Ecco come il vestito che era prima una cintura di castità, diventa una splendida corona da indossare con orgoglio.
Da anni è questo il mio impegno, affinché ogni donna possa ritrovare il suo tesoro segreto nascosto proprio sotto i suoi occhi. Le basta soffiare sulle piume e sulle foglie che lo stanno coprendo, e farlo insieme è più facile.
C’è un incontro residenziale che da sei anni ospita gruppi di donne che hanno la volontà di riscoprire il loro infinito potere personale: Il Potere dell’Energia Femminile: Ritorno all'Amore.
Il prossima edizione sarà sull'Isola di San Domino alle Tremiti, dal 13 al 20 Giugno 2020, una settimana di mare, sole, sorellanza e consapevolezza. Le iscrizioni sono aperte , i posti liberi sono solo 10 e l’evento è in SuperPromozione fino al 30 Novembre 2019. e qui trovi tutti i dettagli.
Spero di incontrarti presto!
La tua SpiritualCoach®