Abbiamo sempre due possibilità in questo mondo diviso, una è l’opposto dell’altra ed entrambe rispondono sempre alla famosa affermazione «chiedi e ti sarà dato». E due sono le esperienze che vivremo: la prima è rimanere prigionieri delle nostre idee, la seconda è liberarle col perdono. Lo dice bene Un Corso in Miracoli: condanna e sarai fatto prigioniero. Perdona e sarai liberato. Questa è la legge che governa la percezione.
Tentando di semplifica un argomento di cui si potrebbe parlare per mesi e mesi come quello del perdono, cercherò di esprimere il mio pensiero al riguardo. Per come la vedo io, siamo più inclini a scegliere la prigionia, almeno quando non conosciamo il corretto funzionamento del nostro sistema di pensiero
E credimi che non è assolutamente difficile. Ci sono molti modi per condannare: quando pensiamo di essere migliori di altri per esempio. O quando prendiamo una posizione e sosteniamo che sia quella giusta, quando lottiamo per un ideale ed escludiamo ogni possibilità di dialogo. E anche quando tentiamo di convincere qualcuno a venire dalla nostra parte. In questo nostro modo di pensare e agire c’è la chiave della cella in cui ci rinchiuderemo insieme alla persona (o alle persone) coinvolte nella storia.
Nessun conflitto ha mai portato la pace. Nel conflitto tutti perdono. A questo la sola strada per la pace è concentrare l’attenzione su sé stessi, e con l’esempio gettare semi nuovi lasciando che siano gli altri a coglierli e farli crescere
Finché abitiamo in questo mondo avremo la tendenza a dividerlo in due. Non possiamo farci nulla: chiedi e ti sarà dato. Il nostro sguardo sarà sempre una scelta tra giusto e sbagliato, e questa inevitabilità è sia la chiave che chiude la cella della prigione o che la può aprire. L’unione di cui tanto si parla, secondo me comincia con un pensiero: la volontà di guardare in un altro modo. La sospensione di un giudizio è possibile quando spostiamo lo sguardo verso noi stessi e ci domandiamo quale sia lo scopo di tenere l’attenzione sugli altri cercando disperatamente di modificare il loro comportamento anziché modificare il nostro sistema di pensiero.
Ecco cosa vuol dire per me perdonare: guardare la stessa situazione da un punto di vista totalmente nuovo. Ed ho imparato che per entrare in questa nuova linea di pensiero abbiamo bisogno di Qualcuno che ci aiuti a fare quel passo che da soli non riusciremmo mai a fare. Lo puoi chiamare Dio, Gesù, Amore, Dea, Madre, Padre, Universo, Fonte e il nome non avrà nessuna importanza. Sarà importante invece riporre in Lui o Lei la fede per una nuova visione, di pace e felicità.
Approfondendo ancor di più, ciò che crediamo che l’altro ci abbia fatto in realtà lo ha fatto solo a sé stesso. Ascoltiamo sempre quella voce che ci invita a scegliere e decidere da che parte stare, solo che non lo ricordiamo più. L’esperienza che viviamo non è che il risultato della nostra scelta
Chiedi e ti sarà dato! A chi chiediamo farà la differenza. Se chiediamo all'ego, una voce dentro di noi risponderà "e così sia". Lo stesso se chiediamo allo spirito. E sai perchè è così importante riconoscere a quale voce stiamo dando vita? Perché non viviamo mai vite private. Ogni nostra scelta è coinvolgente. Seguire la strada della colpa, del giudizio che contiene condanna, della vendetta è dare potere alla paura in noi che legherà a doppio filo ogni persona coinvolta. Quando invece liberiamo gli altri, anche la nostra libertà è garantita.
Questo è ciò che fa il perdono: crea spazio e libera energia per tutte le persone coinvolte
Forse è proprio questo il problema del perdono. Vorremmo perdonare ma a volte pensiamo che facendolo, l’altro possa in qualche modo venirne fuori senza pagare un prezzo. «Deve soffrire almeno tanto quanto sto soffrendo io – Devono pagare per tutto il male che mi hanno fatto – Spero che tu possa sparire così non ti vedrò più» Non è stato complicato recuperare queste osservazioni. Mi è bastato andare nell’archivio mentale e ricordare.
Ho una domanda, la stessa che fecero a me tempo fa e che ogni tanto rispolvero, secondo necessità: chi paga davvero un prezzo altissimo in termini di tempo e quindi vita? Tu o l’altro?
Sulla scia del chiedi e ti sarà dato oggi domandati quale può essere il motivo per cui scegli di fare o non fare qualcosa. Accorgiti se ti stai tenendo in prigionia credendo di essere libero. E se vorrai sperimentare qualcosa di diverso per liberare te stesso e gli altri, puoi pensare così:
«Ti do allo Spirito Santo come parte di me stesso. So che sarai liberato, a meno che io non voglia usarti per imprigionare me stesso. Nel nome della mia libertà scelgo la tua liberazione, perché riconosco che saremo liberati insieme» (Un Corso in Miracoli)
Lucia
Approfitto di questo articolo per ricordarti che il 20.21.22 Agosto terrò a La Pernice Rossa di Menconico il residenziale de Il Mistero ell'Ombra. Se vai qui ► www.spiritualcoach.it/il-mistero-dell-ombra-residenziale trovi tutte le informazioni che ti servono per partecipare. Per rendere l'esperienza più entusiasmante e personalizzata, il numero massimo dei partecipanti è 10.