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nessun uomo e un isola
12 marzo 2020

È il cattivo amore per sè stessi che rende amara e imprigiona la vita. Chi non sviluppa la capacità di amarsi prima di tutto, vagherà nel mondo in solitudine cercando all’esterno ciò che non potrà mai trovare. Nuovi amori, un lavoro più soddisfacente, nuove amicizie, nuovi guru o maestri che svelino la formula magica della felicità non basteranno per essere felici. L’inganno è credere che qualcuno di questi arrivi con la sua chiave dorata per aprirci la porta, ma non ci siamo accorti che la porta si apre solo dall’interno. E se guardiamo bene, forse non c’è neppure una porta da aprire.

Dobbiamo invertire la direzione in cui stiamo andando e lo dobbiamo fare con molta calma e lentezza. Ogni liberazione da qualunque prigionia comincia con l’amore per sé stessi. E l’amore per sé stessi si innesca lentamente quando cominciamo a conoscere chi siamo.

Studiare Un Corso in Miracoli mi ha aiutata a comprendere che ciascuno di noi «popola il proprio mondo di figure del proprio passato individuale ed è per questo che i mondi privati differiscono tra loro». Crediamo sia tutto vero e sfido chiunque a credere il contrario. Quando qualcuno ci pesta un piede, sentiamo dolore. Se veniamo abbandonati a noi stessi, la solitudine sarà un’emozione forte e la sperimenteremo. Crediamo vero quello che ci è stato fatto, e questo credo lo renderà reale e immutabile.

E se ci fosse un altro modo, quale sarebbe? Se interrompessi la catena della follia collettiva, cosa accadrebbe?

UN MONDO PRIVATO NON ESISTE

Mentre scrivo queste parole ne sento forte il peso delle immagini che si delineano nella mente: di solitudine, speranza, paura e amore. Penso che di questo siamo fatti, una dualità senza confini che può mostrarci un mondo guarito o sofferente. Un mondo privato non è mai esistito. Non esiste neppure un pensiero privato o una mente solitaria e intima, e gli accadimenti di questi tempi ne sono la dimostrazione. Che ci si creda oppure no, guardo il risultato e ciò che vedo non mi immunizza dal sentirmi responsabile.

Ogni azione che compiamo è come una eco, e si diffonde tutto intorno a noi, toccando le persone che a loro volta daranno risonanza al loro sentire. Ciò che non vediamo non è detto che non faccia danni o che non possa guarire. È nella scelta che facciamo che si gioca la partita della vita, personale e collettiva.

«Pensa positivo, non guardare i notiziari, mi accompagno solo coi miei pari …» ci sta ma non è tutto. Cosa stai facendo per gli altri? Che tipo di vita stai vivendo affinché tu possa diventare un esempio per chi è intorno a te? All’inizio la maggior parte delle cose che farai non andrà a buon fine e questo lo devi sapere! D’altronde allenarsi a una vita differente non è una passeggiata. Ma devi anche sapere che la proiezione fa la percezione. Quello che pensi diventa la tua realtà. Dove riponi la tua fiducia, lì ci sarà la tua esperienza.

Siamo i più grandi nemici di noi stessi. Attacchiamo gli altri perché vediamo in loro il nostro mondo privato. La sola realtà è nella mente

È forse giunto il momento di domandarci come è possibile trasformare la solitudine in amore per l’altro. I gesti sono nobili, e ancor più nobili sono i nuovi pensieri coi quali riempire la mente. Per farlo dobbiamo scegliere di integrare il frastuono che c’è intorno a noi.

Ogni pietra angolare di paura deve diventare un punto di forza. Non più divisione ma unione. Non più assorbiti solo dalla nostra voce, ma in ascolto delle mille voci che risuonano intorno. Se ascoltiamo con attenzione in ciascuna di loro c’è qualcosa di familiare. E più l’ascolto diventa attivo, più sentiamo che in sottondo, nascosta dalle mille voci, c’è anche la nostra eco.

Nessun uomo è un'isola, completo in se stesso; ogni uomo è un pezzo del continente, una parte del tutto. Se anche solo una zolla venisse lavata via dal mare, l'Europa ne sarebbe diminuita, come se le mancasse un promontorio, come se venisse a mancare una dimora di amici tuoi, o la tua stessa casa. La morte di qualsiasi uomo mi sminuisce, perché io sono parte dell'umanità. E dunque non chiedere mai per chi suona la campana: suona per te. (John Donne)

 

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unsplash-logoChristian Kechel">Foto di Christian Kechel su Unsplash

Lucia Merico

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