Se il cambiamento improvvisamente cessasse di esistere, il mondo per come lo vediamo e conosciamo in questo momento sparirebbe, insieme a tutti i nostri attaccamenti. Ogni cosa o persona alla quale eravamo affezionati e tutte quelle con cui avevamo aperto conflitti di ogni genere non ci sarebbero più.
Solo a pensarci mi sale un brivido di paura lungo la schiena e, allo stesso tempo, mi fa capire quanto sia importante uscire dai nostri confini mentali per esplorare nuovi orizzonti
Ci hai fatto caso? Ad ogni scoperta che amplifica la consapevolezza, ne aggiungiamo un’altra e un’altra ancora. Se sei una persona che medita, ti sarai certamente accorto che è un pensiero l’àncora che ti riporta in quella che chiamiamo realtà. Magari ti viene in mente che hai fame o che devi andare a ritirare il cappotto in lavanderia. Insomma, accade qualcosa che ti riporta in contatto col mondo.
Ci ritroviamo continuamente di fronte a porte che apriamo e chiudiamo a nostro piacimento e oltre le quali c’è sempre una lezione da imparare, in un inarrestabile e continuo cambiamento
Quindi, cosa spinge le persone a cercare disperatamente di rimanere dentro i loro confini mentali? La sicurezza di conoscere ciò che è al suo interno. Anche se quello che sperimentano non è piacevole, è tutto ciò che conoscono e questo si trasforma molto spesso nella convinzione che non sia possibile cambiare.
I confini che mettiamo di volta in volta attorno alle nostre esperienze, sono ricchi di convinzioni che prendono forma e diventano una realtà così personale e dettagliata da farci credere che oltre non ci sia nient’altro. Dire per esempio che non saper fare qualcosa ci pone di fronte a un bivio: siamo interessati a impararla oppure no?
Possiamo usare il “non sono capace” per aumentare la nostra consapevolezza o rimanere dentro i confini che abbiamo costruito
La professione che svolgo mi porta spesso a incontrare persone con lo sguardo spento dalla convinzione di non riuscire a farcela. La grande soddisfazione durante una coaching o walkingcoaching, o un corso o nel percorso dell'Academy SpiritualCoach® è vedere i loro occhi accendersi per essersi resi conto che possono guardare le situazioni in un altro modo
Il preludio di un cambiamento è sempre un momento delicato che va sostenuto con gentilezza e determinazione, perché i confini che credevamo di avere si allargheranno, lasciandoci inizialmente spiazzati. Le vecchie convinzioni sulle quali contavamo e che ci sembravano tutto ciò che potevamo avere non ci saranno più, almeno non come eravamo abituati a immaginarle.
Mi ricordo che quando la scuola finiva e cominciavano le vacanze estive, mi preparavo a sentire mia madre che ogni giorno mi diceva di fare i compiti e che ero una perditempo. Non c’era verso di farmi sedere al tavolo della cucina per fare i compiti. Mi volevo godere ogni più piccolo raggio di sole. Neppure le punizioni avevano effetto. Di fatto li svolgevo negli ultimi quindici giorni prima dell’inizio della scuola.
L’etichetta di perditempo l’ho tenuta fino al giorno in cui lavorando a un corso sentii la voce di mia madre che diceva: «Con tutto il tempo che hai avuto per prepararti, ti riduci sempre all’ultimo momento!»
Era arrivato il momento di dire basta
In quel preciso istante mi resi conto che non ero una perditempo ma che davo il meglio di me stessa quando ero sotto pressione. Mi ricordai di quante volte avevo risolto situazioni dove si doveva fare in fretta. Finalmente stavo allargando il mio confine.
Se siete in difficoltà vi suggerisco di usare la frase magica «Ci dev’essere un altro modo». L’ho imparata i primi tempi che studiavo Un Corso in Miracoli ed è rimasta nella mia cassetta degli attrezzi.
Pronunciala con cuore sincero e poi staccati dal problema per un momento. Fai pausa caffè, una telefonata d piacere o semplicemente rilassati chiudendo gli occhi. Lascia passare qualche minuto e poi ritorna al tuo problema e verifica cosa accade.
E se ti va, scrivimi per dirmi com’è andata.