Anche se non è sempre una passeggiata, ho sviluppato l’abitudine (e continuo a farlo) di mettere sempre più unione negli accadimenti, lasciando da parte pian piano la separazione. Trovo sempre la maniera per allenarmi e oggi è il giorno ideale: il primo giorno di ottobre di un anno davvero incasinato e strepitoso allo stesso tempo. In verità ogni primo del mese è per me un richiamo all’ordine che mi invita a chiudere cerchi da troppo tempo aperti, dodici piccoli cerchietti che si uniscono come una collana all’ultimo cerchio dell’anno.
Questo primo del mese è speciale perché coincide con la fase di avvicinamento che mi prepara per la III Edizione della Certificazione SpiritualCoach®: dunque vale doppio per me
Cosa faccio? Prima di tutto ricordo a me stessa di respirare mentre scrivo tre domande alle quali rispondere: Cosa ho ricevuto – Cosa ho dato – Quali problemi o difficoltà ho causato. Forniscono una base per riflettere sui rapporti in generale: coi familiari, colleghi, amici, insegnanti e partner. Possiamo riflettere su noi stessi o in relazione ai nostri animali domestici e possiamo prendere in considerazione persino gli oggetti. L’utilità è quella di acquisire una visione più realistica dei nostri comportamenti, andando in profondità nella conoscenza di noi stessi, per far emergere i misteri e i miracoli della vita.
Pariamo con la prima domanda: Cosa ho ricevuto? Qui osserviamo e scriviamo i doni inaspettati: una nuova collaborazione, un regalo, una telefonata da una persona con cui non parlavamo da anni, un complimento, una lettera, la celebrazione di un matrimonio.
La seconda domanda è: Cosa ho dato? In che modo sono stata utile nella professione e nella vita? Anche qui rispondiamo scrivendo l’elenco di ciò che abbiamo dato. Queste due prime domande ci offrono nero su bianco il resoconto del mese. Mettiamo a confronto i doni che abbiamo ricevuto con quelli che abbiamo dato e stabiliamo se c’è equilibrio.
Dobbiamo qualcosa al mondo o il mondo deve qualcosa a noi?
Non c’è nulla di scontato: ogni accadimento ha un preciso valore determinato da noi. È una riflessione che ci mostra la realtà della situazione. «Ho ricevuto tanto e ho trattenuto tanto anziché donare? Sono in debito o in credito con l’Universo? Cosa ho realmente fatto per gli altri e cosa ho ricevuto?» A questo punto verifichiamo le due liste e se nel leggerle ci viene in mente altro, aggiungiamo.
E adesso la domandona finale: Quali problemi o difficoltà ho causato? Non è semplice rispondere a questa domanda perché siamo propensi a vedere con facilità i problemi e le difficoltà causate da altri, ma siamo inclini a giustificare i nostri comportamenti. Ecco che mettiamo in atto la separazione!
«Non volevo arrivare a tanto, ma mi ci hai portato … È stato un incidente … Non centro nulla …» Se non siamo disposti a prendere in considerazione gli eventi in cui siamo stati la fonte di sofferenza altrui, allora non possiamo davvero conoscere noi stessi e l’abbondanza in cui viviamo. Sarà il senso di colpa a occupare molto di quello spazio mentale che invece potremmo utilizzare per raggiungere i nostri obiettivi e vivere felici.
Svolto anche questo compito, non rimane che rivedere le liste e chiederci di cosa siamo più consapevoli che prima non avevamo notato, cosa abbiamo dato per scontato, cos’è necessario che smettiamo di fare e cosa invece possiamo fare in maniera diversa. Una volta concluso il resoconto, prendiamoci un po’ di tempo per celebrare e ripartire con una nuova energia.
Noi pensiamo di conoscere la nostra vita, ma quello che sappiamo è solo una versione modificata, colorata dalle nostre emozioni e da una visione ristretta. Ampliare la visione è ciò che ci farà conoscere sempre più profondamente noi stessi.
Spero di esserti stata utile in qualche modo e lo vado a segnare nella lista “cosa ho dato” di oggi. E sì, perché puoi usare le tre domande “Cosa ho ricevuto – Cosa ho dato – Quali problemi o difficoltà o causato” alla fine di ogni giorno. Purtroppo non sempre lo ricordo e da oggi mi impegno a farlo più spesso.
La tua SpiritualCoach®
Lucia
(un grazie per l’ispirata alla “Riflessione Naikan”)