In tutte le relazioni e senza dubbio, a nessuno piace soffrire o essere infelice, e questa è una certezza, eppure non tutti viviamo relazioni felici.
Ci sono persone che per anni si alzano tristi e di cattivo umore per raggiungere il posto di lavoro, altre rimangono accanto a un partner tollerandolo appena. C’è poi chi stringe legami solo per pura convenienza e chi si ammanta di rimpianti per aver o non aver fatto qualcosa restando imprigionato nel lamento.
Cos’ha di attraente e vantaggioso la sofferenza se di fronte a malesseri di ogni genere ci fa restare anziché chiudere la porta e ricominciare?
E l’aspetto più invisibile è che ogni sofferenza personale si propaga intorno a noi, contaminando le persone con le quali entriamo in contatto.
Quanto ci potranno sopportare? Sarà amore il loro ascolto o un lontanissimo eco di compassione?
Il piacere di cui parlo che spesso abbiamo nell’intrecciare relazioni di questo genere, è un "vantaggio" che abbiamo individuato e che ci permette di ottenere ciò che desideriamo.
Se una persona crede che per essere amato e ricevere attenzioni ammalarsi è la soluzione, sceglierà la malattia tutte le volte che l’intensità dell’amore e delle attenzioni calerà.
Se questa persona vorrà davvero ricevere amore, dovrà trovare un altro modo per farlo, e il primo passo sarà abbandonare la malattia, il suo modo malato di chiedere amore
L’inversione, è cioè il passaggio da una condizione conosciuta a un’altra totalmente nuova, non viene quasi mai compiuto a mani basse.
C’è resistenza, paura e un addestramento alla sofferenza che forse dura da molti anni.
È come indossare un vestito stretto e logoro, ma senza quel vestito siamo nudi di fronte al mondo: meglio tenerlo così, stretto com'è. Eppure, nel momento in cui iniziamo a scucire il vestito, ci accorgiamo di ricominciare a respirare.
E se abbiamo il coraggio di continuare a respirare sempre più profondamente tanto da far saltare le cuciture una dopo l’altra senza strappi violenti, ecco che trovarci senza nulla addosso sarà una liberazione.
Per cui i passi per avere relazioni più felici sono
prima di tutto accorgerci di indossare un vestito scelto da noi e che è sempre stato stretto, ma all’inizio andava bene così,
considerare che possiamo scegliere la stoffa, cucire e indossare tutti i vestiti che vogliamo, adatti a qualunque situazione,
togliere con cura il vestito stretto e riporlo nell’armadio delle esperienze per indossarne uno nuovo.
Il risultato sarà quello di sentirci bene nei nuovi abiti, e anche chi ci guarderà potrà godere di questa bellezza e magari chiederci come abbiamo fatto.
Nessun tipo di sofferenza o rinuncia potrà mai garantirci l’amore, e questa è una certezza.
Per uscirne vincenti e felici potremo invece usare proprio quelle relazioni che ci stanno strette, e farle diventare la leva per andare oltre il disagio che proviamo. Ogni lato ombra della nostra vita ha in sé una luce e sta a noi scegliere di trovarla.
Concludo con un promemoria:
Il vero amore è quello che ci viene offerto spontaneamente, e non quello estorto con l’inganno.
È liberatorio permettere agli altri di amarci se lo desiderano oppure di non farlo e anche se ci potrà dispiacere non ci farà certamente sentire inutili, abbattuti, risentiti e nervosi.
La tristezza che proveremo sarà priva di autocommiserazione e potremo concederci di soffrire senza diventare un peso per noi stessi e per gli altri.
Se vuoi scoprire come fare,