Far nascere un nuovo paradigma è una scelta che richiede consapevolezza perché insieme ad esso nasce anche una novità che porterà nuova linfa alla nostra vita. E non è finita qui. Ciò che nascerà sarà un’estensione che andrà a contaminare le persone che incontreremo. A loro volta potranno usare questa nuova consapevolezza per ricucire situazioni ancora irrisolte o per lasciarne andare alcune e farne nascere di nuove. Potranno anche non farne nulla o rifiutarsi di riconoscerla, almeno questo è ciò che crederanno. Perché in realtà la luce della nuova consapevolezza sarà diventata parte della coscienza e prima o poi si manifesterà in tutto il suo splendore.
Spostare la nostra attenzione da dove siamo e da ciò che stiamo facendo per entrare in contatto con le infinite possibilità che la consapevolezza offre, non è certo una passeggiata. Sarà forse questa la motivazione per cui a volte siamo pigri e impauriti nei confronti del cambiamento? Potrebbe essere. Nel film lo zio di Spiderman aveva un motto «da grandi poteri derivano grandi responsabilità» e non tutti siamo disposti a farcene carico.
Alcuni preferiscono riempire i vuoti che sentono colmandoli di speranze che ben presto rivelano la loro inutilità lasciandoli con l’amaro in bocca
Da un anno a questa parte la vita ci è stato fatto notare che non c’è nessuna certezza. È arrivata a gamba tesa e siamo stati travolti dal caos e dalla confusione. Col passare del tempo molti di noi si sono illusi di poter tornare alle vecchie abitudini ed è stato come remare controcorrente.
La vita ci spinge a guardare avanti e abbiamo bisogno di reimparare molte cose che abbiamo dimenticato, come la semplicità, l'onestà di pensiero e azione, la condivisione e la cura, e lo possiamo fare solo aumentando la nostra consapevolezza. Cosa vuol dire? Cavalcare l’onda della paura e usarla come nutriente per far salire di livello il nostro pensiero.
Per fare ciò dobbiamo alzare l’attenzione, aprire la mente lasciar andare ciò che non rigenera più e accogliere nuove idee
Se aumentiamo la consapevolezza possiamo ben comprendere che niente di nuovo può essere afferrato con le mani chiuse È arrivato il momento di fare spazio e agire per il bene proprio e collettivo domandandosi quale sia l’utilità di ciò che stiamo facendo. Significa allenarsi a tenere le mani ben aperte per donare e ricevere, e non mi riferisco solo alle cose materiali.
Soprattutto e prima di ogni cosa dobbiamo nutrirci di nuove idee da agire e manifestare nel mondo, che includono la coesione, la cooperazione e la cura
Siamo nel vortice dell’illusione che ci fa credere che ogni cosa sarà per sempre, in modo speciale quando intorno a noi c’è caos, confusione e l’attenzione consapevole è inesistente. Qual è il punto di partenza per questo nuovo viaggio? Per esempio possiamo donare pensieri di abbondanza e amore o allungarci un po’ e prendere in considerazione il perdono.
Magari nella tua vita può esserci qualcosa o qualcuno che ancora ti affligge e forse non hai considerato quanta energia regali ogni volta che ci pensi. È un legame che ti afferra e non ti lascia più. I pugni si stringono intorno a quella corda che vi unisce, troppo corta in verità, e che ciascuno vuole tiare dalla sua parte.
In questo momento ho un nodo di questo tipo che voglio sciogliere e che emerge da un recente passato. È diventata una specie di dipendenza, un pensiero fisso. Se anche tu ti stai riconoscendo nelle mie parole, puoi unirti a me e insieme entrare nel perdono, che non è mai una scelta semplice ma certamente vantaggiosa quando riusciamo a riconoscerne il prezzo che paghiamo nel non farlo.
Imparare la legge dell’amore e dunque del perdono vuol dire questo «ciò che do agli altri lo do a me stesso.» Nel mio caso do per lo più rabbia per non riuscire a gestire la situazione, che mi torna indietro rincarando la dose, in un cerchio infinito che solo io posso scegliere di interrompere
Me lo voglio regalare un perdono come si deve per dare uno scossone a questo periodo. So che non sarà semplice e so anche che è certamente vantaggioso, un dono grandioso di liberazione che scelgo per me stessa. Comincio dalle parole di un testo a me caro e le uso come promemoria.
La mente che non perdona è piena di paura, e non offre all’amore alcuno spazio per essere sé stesso, né luogo in cui spiegare le proprie ali in pace e levarsi in volo sopra al tumulto del mondo. La mente che non perdona è triste, senza la speranza di una tregua e della liberazione dal dolore. Soffre e dimora nella sofferenza, scrutando nell’oscurità senza vedere, eppure certa del pericolo che vi si annida. (Un Corso in Miracoli)
Creare spazio dentro di noi per poterlo riempire con doni nuovi che ci verranno dati proprio da coloro che perdoniamo è un enorme regalo, per noi e per loro. Una nuova consapevolezza attende, pronta a rinnovarsi tutte le volte che scegliamo di perdonare.
Alleniamoci riempiendo d’amore le nostre giornate. Facciamo quello che possiamo con ciò che abbiamo: sarà un primo importante passo. Benediciamo il cibo che cuciniamo e le persone che siedono a tavola con noi. Chi è dall’altra parte di uno schermo del computer e chi siede nell’auto ferma al semaforo. Riempiamo di benedizione il mattino appena svegli e la notte che accoglie il nostro sonno.
Soprattutto ricordiamo sempre che diamo agli altri ciò che vogliamo ottenere, ed è per questo motivo che dobbiamo sviluppare una nuova attenzione per una rinnovata consapevolezza. Puoi allenarti con me se lo vorrai e sarò lieta di condividere con te la mia esperienza.
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La tua SpiritualCoach, Lucia