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contenitore di emozioni
02 gennaio 2019

I bambini non si preoccupano del loro corpo, non lo etichettano come “bello” o “brutto”: lo vivono pienamente nei movimenti e nelle emozioni. Vestito o svestito per loro è uguale: a volte meglio svestito perché si sente più libero. La forma per loro non è importante: l’emozione lo è. Il corpo è una finestra sul mondo e le emozioni in genere si manifestano con tutta la loro forza quando siamo bambini. Da adulti non siamo altrettanto capaci di ridere a bocca aperta o gridare a squarciagola o piangere senza ritegno e eppure di ripetere mille volte gli stessi gesti per imparare qualcosa di nuovo.

 

Il corpo è una dimora che segnala il nostro passaggio nel mondo e ci fa sentire a casa. Può rappresentare una maschera protettiva che ci nasconde, oppure svelare le nostre emozioni ed essere un grande sensore delle relazioni

 

Lo consideriamo un amico quando ricalca i nostri desideri e un nemico quando ci aggredisce svelando la sua età. Lo usiamo come un contenitore dove riporre in ordine sparso il nostro essere e uno strumento da allenare, cambiare, truccare, lavare, vestire. Pensiamo questo: il corpo può agire in modo sbagliato solo quando risponde a pensieri sbagliati. Non è l’autore delle nostre creazioni: la mente lo è. Lo sono i pensieri e i nostri credo che fanno muovere il corpo nel mondo per fare esperienza.

 

IL CORPO E LE CAREZZE

 

«Il nostro corpo dovrebbe prima di tutto appartenerci ed essere sentito, piuttosto che visto e raccontato. Dovrebbe sfuggire alla paura dello sguardo che non ci vuole bene e dimenticare il commento che ci ha ferito. Anche nella sessualità è più importante quello che si esprime o si riconosce attraverso la pelle, gli odori, i sapori, piuttosto che attraverso le parole e gli sguardi.

Quando sentiamo il nostro corpo sollecitiamo la carezza più intensa e delicata per la nostra pelle, come gatti sapienti. Quando invece esso ci appare come un involucro nemico, con lineamenti che non sappiamo accettare, disposto secondo un’altezza o una larghezza che non amiamo, ne temiamo la nudità. Tuttavia, se oppressi dal peso e dalla vergogna, lo pieghiamo alle mode, alle trasformazioni momentanee, il corpo perde la sua specificità e diventa comune. Sebbene mascherato, o modificato con la chirurgia per renderlo adatto, resta ugualmente disadatto, come se la sua bellezza lo vestisse di opacità e impedisse all’anima di affiorare.»

Il corpo condiziona dunque le nostre azioni in tutte le età della vita. Ci aiuta a scegliere come vivere nel mondo e a crescere nella consapevolezza di ciò che amiamo e di ciò che invece ci risulta sgradevole. Se siamo state represse o allontanate dagli abbracci o abbiamo ricevuto istruzioni specifiche su cosa fare o non fare per essere giudicate positivamente dal mondo, saremo zoppe nell’esplorazione fisica del mondo stesso e dovremo ricostruire i passi della conoscenza.

Quando la nostra pelle è piena di divieti che fanno suonare continui segnali d’allarme, può accadere che abbiamo sbagliato partner. Ma se questo disagio si verifica con tutti anche con persone a cui stringiamo la mano o con le quali scambiamo un abbraccio, allora dobbiamo andare in profondità a ricercare la nostra libertà di toccare ed essere toccate. L’educazione femminile contiene più divieti, è generalmente più severa ed è questo il motivo per cui spesso solo le emozioni più forti, quelle che escono dal nostro controllo a creare la spinta per esplorare.

 

Possiamo essere fare e avere tutto ciò che desideriamo, se siamo disposti a vincere la pigrizia della mente, prima ancora di quella del corpo

 

**Nella fotografia le meravigliose donne della IV Edizione Il Potere dell’Energia Femminile – Formentera 2018)

(spunti presi da “Un Corso in Miracoli” e da “Le donne amano la terra e il cielo”)

Lucia Merico

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