Rimanere fermi e limitare la felicità al sogno di un amore perfetto, e al risveglio raccontare quanto il sogno sembrasse vero ma che era solo un sogno, è come stare sotto anestesia costantemente. Ogni tanto arriva qualcosa di prezioso e senza un briciolo di gratitudine viene afferrato nella totale inconsapevolezza. L’anestetico sta facendo ancora effetto.
Nell’ingenuità siamo feriti e senza scampo. Nessun miracolo viene colto come tale, né la bellezza di un tesoro né l’opportunità di uno scontro. Di fronte alla prima resteremo accecati solo un attimo, per mettere tutto da parte pensando che non fa per noi. Che dire poi della seconda? Chi se ne importa dell’opportunità! Non sarà certo vantaggioso l’essere abbandonati o denigrati e quindi sembrerà giusto vestire l’abito della vittima sacrificale per lamentarsi fino allo sfinimento.
Niente di nuovo sotto questo cielo di luci e ombre alle quali dovremmo esprimere la nostra più totale gratitudine, perché se l’infelicità è tutto ciò che abbiamo, allora dovremmo farla fruttare
«Ma ti pare che sia facile? E poi, chi lo dice?»
La nostra anima, lei lo afferma e non ha dubbi. Non sottovaluta mai quel che capita. Riconosce il tesoro in quanto tale, nella sua sostanza. La forma non le interessa. E riflette sul da farsi. Al bello e al brutto sa dire grazie con così tanta energia da capovolgere un complesso sistema di pensiero.
Crediamo che una relazione duri tutto il tempo che abbiamo stabilito, senza fare i conti né col passare del tempo, né col cambiamento e neppure col fatto che non siamo soli a viverla. Allora, quando le cose non girano come vorremmo, neghiamo la nostra responsabilità, accusiamo gli altri e ci prepariamo a qualcosa di nuovo, meglio se fuori dalla relazione. Un altro uomo, un’altra donna, un altro lavoro, un taglio nuovo di capelli, una nuova amicizia, una casa più grande o più piccola, un abito e persino un paio di scarpe vintage diventano il nostro rifugio.
Basteranno questi cambiamenti? Basterà un oggetto o una persona nuova per essere felici? La questione è che non stiamo attenti a quello che succede. A chi stiamo delegando la nostra felicità?
Niente è per sempre. Cambiamo idea, volontà, pensieri. Cambia il fisico, cambiano i gusti, nostri e degli altri. «Cambiamento» non è una parolaccia ma una consuetudine, e il voler resistere affinché tutto rimanga com’era quando avevamo l’idea di un amore fatto in un certo modo, è dolore certo.
Cominciamo dalle basi, esprimendo gratitudine di fronte alle difficoltà. Dopo esserci indignati, arrabbiati, scontrati, possiamo cominciare a pensare che nelle difficoltà ci sia un piccolo seme di opportunità. Se ci mostriamo coraggiosi imparando a coglierlo, conosceremo il vero significato di amore.
Amare significa stare con. Significa emergere da un mondo di fantasia in un mondo in cui è possibile un amore sostenibile a faccia a faccia, ossa contro ossa, un amore fatto di devozione. Amore significa restare quando ogni cellula dice: scappa! (Donne che corrono coi lupi)
È facile per me capire quando una donna mi racconta dei suoi sogni infranti. Per questo da anni dedico buona parte del mio tempo al femminile. Conosco la lingua: l’ho parlata molte volte. Conosco le ferite, alcune così simili alle mie, e so come fare per medicarle. Porto con me tutti gli strumenti e te li passerò volentieri, se vorrai raggiungermi il 29 marzo dalle 10:00 alle 14:00 per Storie di Donne che corrono coi lupi.
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Con gratitudine,
La tua SpiritualCoach®
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