Ci sono parti di noi che abbiamo imparato a negare a tal punto da disprezzarle. Sono i giudizi che diamo ad alcune parti del corpo fisico e a certi atteggiamenti che non dovremmo adottare se vogliamo essere accettati dalla famiglia e dalla società. Per far in modo di poter essere più felici, dobbiamo tirare in ballo ancora una volta il cambiamento, un argomento che tocchiamo spesso negli ultimi tempi.
Essendo questa una rubrica sulle relazioni, voglio toccare oggi con voi l’argomento del tradimento. Sì, ha letto bene: tradimento. Sai quando sei impegnato con qualcuno e nel frattempo frequenti qualcun altro? Ecco, proprio quello.
Quali sono i motivi usati per giustificare un tradimento? Voglia di evadere da un problema che non riusciamo ad affrontare ricercando qualcuno che possa comprendere, insoddisfazione sessuale, una richiesta di conferme o il desiderio di piacere a più persone. Di fatto alla base c’è sempre un malessere e la successiva voglia di zittirlo e, anziché affrontare il cambiamento insieme come dovrebbe essere naturale fare, ciascuno va per conto proprio.
La situazione che vediamo in superficie è il risultato di una scelta che è stata fatta nell’esatto momento in cui due persone si incontrano. Raramente ci prendiamo il tempo per conoscere l’altro. Scandagliamo le qualità di chi è davanti a noi e lo confrontiamo con l’elenco dei nostri bisogni per capire se è la persona adatta a soddisfarne qualcuno. E l’altro lo stesso fa con noi. Sono d’accordo con te se pensi che qui il romanticismo è rimasto sotto i tacchi delle scarpe! D’altronde un’analisi disincantata è necessaria per capire bene come funzioniamo e mettere in moto il cambiamento.
L’istinto bisognoso ci porta verso qualcuno. Siamo profondamente attratti e a volte neppure sappiamo perché. Non corrisponde ai canoni che avevamo stabilito. «Adoravo gli uomini biondi e con gli occhi azzurri e lui è moro con gli occhi scuri» e già questo dovrebbe essere un dettaglio da indagare: ma il bisogno ci fa andare oltre. A quel punto scatta la domanda profonda e inconscia «Cosa mi può dare che io credo di non avere?» e una volta individuato l’oggetto del desiderio faremo di tutto per ottenerlo, così lo potremo amare e per contraccambiare quell’amore soddisferemo i suoi bisogni.
Sono dunque i bisogni reciproci il terreno dove muoviamo i primi passi delle nostre relazioni
Prova a pensare al momento in cui hai incontrato il tuo partner. Qual è stata la prima cosa che hai notato di lui o lei? Forse che era affascinante? Prestante? Dolce? Ricco? Intelligente? Che ti avrebbe protetto e fatto sentire al sicuro? Che oramai alla tua età andava bene qualunque persona pur di non sentire la solitudine? Qualunque cosa sia, lì c’è il tuo bisogno che forse ancora adesso è vivo e vegeto e ti porta a saltellare da una relazione all’altra.
Nelle relazioni eleggiamo l’altro come salvatore, capace di far fronte alle nostre necessità e questo significa che il suo amore per noi e le sue attenzioni ci salveranno dalla nostra inadeguatezza. Ma se comincia ad avere un interesse per qualcosa o qualcuno che non siamo noi, la certezza che possa salvarci vacillerà, cominceremo a soffrire di gelosia, perderemo la fiducia e dovremo cercare qualcun altro.
Il motivo per cui le persone si ingelosiscono è che sentono che i loro bisogni speciali non verranno più soddisfatti nella maniera che si aspettavano
Si può dire che nelle relazioni siamo come bambini capricciosi e pretenziosi, il cui unico scopo è ottenere ciò che desiderano? Sì, lo possiamo dire, perché un adulto consapevole conosce sé stesso, i propri bisogni e sa bene che solo lui può metterci mano, magari chiedendo aiuto.
Possiamo uscire dal gioco "io ti dò se tu mi dai" cominciando ad amare quelle parti di noi che disprezziamo. Non sono nemici dai quali difenderci, ma amici speciali che abbiamo messo fuori dalla porta. Le relazioni possono diventare uno scambio di sensazioni allo scopo di conoscere sempre meglio e profondamente noi stessi per notare quanto somigliamo a chi sta di fronte a noi. Questo è il cambiamento che siamo chiamati a fare quando desideriamo relazioni felici.
Anche se fa male, non è sul tradimento in sé che dovremmo portare l'attenzione ma sul bisogno che ci ha spinti a tradire fisicamente o - in maniera più subdola - mentalmente. Subdola perché non c'è niente di peggio che mettere in secondo piano l'altro, dimenticando che stiamo mettendo da parte noi stessi
Nulla può essere imparato in solitudine. Ogni attimo di vita ci rende insegnanti e allievi nello stesso momento. Dall’altro possiamo imparare anziché rimanere nel cerchio della soddisfazione dei bisogni reciproci che ci spingono verso una continua ricerca della persona perfetta, allontanandoci sempre più da noi stessi.
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