La vita è composta da tanti istanti, uno affiancato all’altro, che per comodità abbiamo tradotto in ore, giorni, settimane, anni e abitudini scandite dal ritmo ripetitivo degli eventi che si susseguono, a volte piacevoli e altre volte dolorosi.
Ogni momento è prezioso perché in esso possiamo trovare il senso del nostro esistere, nella consapevolezza del presente
Il nostro respiro è scandito da istanti in cui ogni inspirazione ed espirazione sono il rintocco dello strumento interiore che è il cuore.
È ad ogni battito che abbiamo il potere di dare valore a ciò che facciamo, a quello che pensiamo, a ciò che amiamo, oppure di toglierlo quel potere così immenso, e ridurlo solo a un lontano ricordo.
Viviamo in un tempo di grande mutamento della coscienza, e molti di noi se ne stanno accorgendo, chi in un modo e chi nell'altro. Mai come in questo prezioso spazio di tempo è fondamentale tornare al nostro cuore e comprendere come e cosa fare per toccare il cuore di tutti.
La conquista di questa maestria non può più essere procrastinata, delegando ad altri ciò che risiede solo nella nostra volontà
I maestri e le maestre che incontriamo sono una finestra sul nostro Cielo interiore e possono mostrarci la strada, ci forniscono gli strumenti per aprire i lucchetti delle nostre catene, ma non potranno mai portarci in braccio, perché il cammino è una questione personale.
Siamo noi a dover tracciare il sentiero: solo così saremo in grado di raccontare ad altri la nostra esperienza
Non è sempre una passeggiata. Ma d'altronde siamo qui per crescere nell'animo e non solo nella pelle. Siamo qui per imparare l’unione attraverso l’esperienza della separazione, per vedere che ogni singolo filo di luce.
Il cammino personale è utile a tutti, una spinta per arrivare insieme sulla cima di quell'unica montagna alla quale abbiamo rivolto il nostro sguardo la prima volta che abbiamo aperto gli occhi.
Allora avevamo chiara la direzione da seguire, e una mappa interiore i cui tratti erano ben delineati
Poi qualcuno ha detto che era meglio tenerli socchiusi gli occhi, perché la luce avrebbe potuto accecare e che la mappa era solo un sogno, la felicità un mito. E poi hanno rimarcato: «è meglio se chiudi gli occhi, anestetizzi i sensi e le emozioni, e così sarai al sicuro dalle bruttezze del mondo»
E gli abbiamo creduto.
Ma quella è ormai una storia vecchia per noi, che ogni mattina beviamo il nostro caffè della consapevolezza.