13 aprile 2020
consapevolezza e trasformazioni al femminile

Ricominciamo, punto e a capo! Cosa tengo di quello che c’era? Cosa posso fare di nuovo? E intanto che faccio lo spoglio, mi domando come andrà. Perché non è sempre buona la prima, almeno per me. Penso che non ho voglia di svendere anni di professionalità, perché «meglio poco che niente» è scarsità e non ti posso venir a dire che devi avere pensieri di bellezza e abbondanza se vuoi essere felice se poi io stessa non metto in pratica. Sarò generosa, com’è sempre stato, ma non confonderò l’amore con la paura.

Reinventarsi è come cambiare pelle, è un atto coraggioso. Darwin ha scritto che non è la più forte delle specie che sopravvive, né la più intelligente, ma quella più reattiva ai cambiamenti. Eccoci ancora qui di fronte al caro e benedetto cambiamento, a volte quasi impercettibile, altre volte delirante. Eppure è ciò che accade sempre, partendo dal sistema respiratorio sino al più grande obiettivo raggiunto, dai viaggi a un pasto consumato. Ogni cammino che intraprendiamo è un inizio, decorso e fine. Mi fa fatica solo a pensarlo in questo momento, eppure è così: siamo inizio, percorso e fine, in una continua preparazione su più livelli.

Mi viene in mente l’ultimo lutto che ho elaborato con la morte del nostro cane Tommy. Ricordo che avevo notato con chiarezza il moto ondulatorio di vita/morte/vita. Allora avevo pensato fosse il suo lascito come ringraziamento per tutti gli anni passati insieme. E se vado a fondo nei ricordi, ogni morte ha lasciato un inizio dal quale ripartire e allo stesso modo ogni volta ne sento il peso, e con difficoltà mi lascio dondolare.

UNO SGUARDO AL FEMMINILE

Se guardiamo dal punto di vista delle donne, noteremo che ogni donna è allo stesso tempo veicolo e destinazione. Molte autrici descrivono il ciclo di vita/morte/vita come un privilegio al femminile. So bene che lo è, e altrettanto bene so quanto sia importante per me ora lasciarmi dondolare ancora un po’ tra potere e paura. Calibro gli ingredienti e cerco di esprimerli alla maniera della natura selvaggia. Qualche volta mi sembra di avere più potere che paura, altre volte è il contrario. So che è con me tutto ciò che una donna ha bisogno di sapere, e con la volontà che posso cerco di medicare la ferita al meglio.

Scrivere il Caffè della Consapevolezza di oggi mi aiuta a chiarire le idee, e mi auguro che sia così anche per te che lo leggi, come fosse un atto meditativo che apre le porte a nuovi significati. 

Concludo al femminile, alla maniera della Donna Selvaggia, come la definisce Clarissa Pinkola Estès: una donna che è «la forza Vita/Morte/Vita, è l’incubatrice. È intuito, veggenza, colei che sa ascoltare, è il cuore leale. Incita gli esseri umani a restare multilingue; spediti nei linguaggi dei sogni, della passione e della poesia. Sussurra nei sogni notturni, si lascia dietro, sul terreno dell’anima di una donna, un capello ruvido e impronte fangose, che ricolmano del desiderio di trovarla, di liberarla, di amarla.»

La natura selvaggia in noi ci spinge ad essere donne e uomini più consapevoli, che sanno di dover ricominciare da capo e ogni volta integrare il passato nel presente per liberare il futuro. E a proposito di trasformazioni, l’evento dal vivo di Storie di Donne che corrono coi lupi mantiene in attivo tutte le sue caratteristiche, e  anche questo aprile si terrà On Line, e lo trovi  ►  qui

Ci farà piacere averti con noi.

La tua SpiritualCoach®

Lucia Merico

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