I nostri Caffè della Consapevolezza parlano spesso di cambiamento, e lo faremo anche oggi con un argomento che potrebbe risultare familiare ad alcuni di noi.
Se ancora non lo sai, più diamo enfasi a un episodio, più la situazione diventa gigantesca, e questo succede spesso quando subiamo un torto o ci sentiamo in qualche modo attaccati.
Nel caso di un torto, per esempio, la tendenza è quello di parlarne al maggior numero di persone possibili per avere il benestare e zittire per qualche secondo la furia che vorremmo scatenare.
Il fatto è che, invece di zittirla, la stiamo alimentando, e ogni persona alla quale raccontiamo la storia rappresenta un ulteriore fuoco che comincia a divampare. Fino al momento in cui è guerra aperta che ci spinge verso un senso di vendetta.
Mi viene in mente la frase di Tertulliano che ci invita a riflettere sulla vendetta e sul perdono: Vuoi essere felice per un istante? Vendicati! Vuoi essere felice per sempre? Perdona!
Un cambiamento che si rispetti segue direttive ben precise e la prima - la più importante - è riflettere sulla responsabilità che abbiamo all’interno della situazione, e concentrarci su quella.
Chi ha dato il consenso affinché tutto questo accadesse?
Forse col silenzio assenso hai abilitato l’altro a fare ciò che voleva?
Oppure hai detto una parola di troppo perché non ce la facevi più?
Le motivazioni potrebbero essere tante e tutte logiche. Potremmo vendicarci in qualsiasi modo, ma come dice Tertulliano, saremmo felici solo per un attimo, e poi tornerebbe la rabbia e l’angoscia.
Se vuoi la pace non resta che il perdono, nella cui cerchia non puoi entrare da solo ma ci devi portare tutte le persone coinvolte.
Quanto è difficile perdonare non te lo sto neppure a dire! Eppure ti chiedo di fare un atto di fede e di credermi sulla parola: non ci sono alternative se vuoi vivere felice.
Ora, non pensare che perdonare significhi ‘fare la pace con l’altro’. La pace che rilascia il perdono è prima di tutto per te stesso, e da quel nuovo punto di vista vedrai che colui che chiami nemico è la tua più grande occasione per imparare proprio a perdonare.
Gli atteggiamenti arroganti, l’aggressività o qualunque altra forma di prevaricazione nascondono sempre una richiesta d’aiuto o di amore. I dispetti che sembriamo subire o che facciamo agli altri parlano chiaramente e dicono più o meno questo: «Ho paura che nessuno mi veda. Più persone mi notano meno mi senso solo». È il bambino piccolo dentro di noi che fa i capricci o l’adolescente che si ribella, ma sicuramente non l’adulto consapevole che vuole mediare e portare pace nella sua vita.
Sembro ferrata sull’argomento, vero? Ci sono caduta spesso ne dispetti e a mia volta li ho fatti e il risultato è stato sempre lo stesso: rabbia e frustrazione. Ho versato molte volte benzina sul fuoco, ho stuzzicato, commentato, giudicato. La vita ci mette a disposizione tutti gli elementi per testare a che punto della storia siamo riguardo al perdono.
La domanda di partenza per invertire il processo è sempre la stessa «Vuoi avere ragione o essere felice?» Se scegliamo la felicità, dobbiamo essere disponibili a guardare la situazione in un altro modo, e qui ci fermiamo: stop alla discussione! Zittiamo la rabbia smettendo di scaricarla sugli altri e scopriamo che la motivazione reale e profonda nulla centra con l’oggetto della discussione, ma è legata alla tensione che hai vissuto negli ultimi tempi. Non sapevi dove mettere tutta quella rabbia e l’hai scagliata sul primo passante che ti ha urtato mentre camminavi.
Chiedi aiuto per trovare una mano tesa che ti mostri il retroscena del dramma. Non è facile: tutti gli inizi sono complicati! Ma adesso stai scoprendo che è possibile, e non vuoi rinunciare alla pace. Continui un passo dopo l’altro. Ogni tanto scivoli ancora, ma d’altronde non è semplice il cambiamento. Più ti avvicini al perdono, più senti la voglia di gettare ancora benzina sul fuoco? Significa che sei vicino al punto di svolta! Sei allenato, ricerchi più volentieri la pace, e vai avanti passo dopo passo, orgoglioso del risultato.
Ogni cambiamento che si rispetti è un atto di potere e comprende sempre il perdono. Mentre lo scrivo per te, lo sto ricordano a me stessa, e mi aiuto con questa preghiera di Un Corso in Miracoli che condivido volentieri:
Puoi fare molto in favore della tua guarigione e di quella degli altri se, in una situazione che richiede aiuto, pensi ad essa in questo modo. Io sono qui solo per essere veramente d’aiuto. Io sono qui per rappresentare Colui Che mi ha mandato. Io non devo preoccuparmi di cosa dire o cosa fare perché Colui Che mi ha mandato mi guiderà. Io sono soddisfatto di essere ovunque Egli voglia, sapendo che Egli viene con me. Io sarò guarito non appena Gli permetterò di insegnarmi a guarire
Vado ad allenarmi!